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venerdì 30 ottobre 2009

Melchisedek contro Belial

 
Un
Melchisedek contro Belial
Una visione esclusivamente storica del mondo è insufficiente: occorre uno sguardo metastorico. Bisogna superare un diffuso pregiudizio: non è vero che da culture primitive sono evolute civiltà via via più progredite. L'apogeo della civiltà (post-diluviana) è costituito dai Sumeri: non abbiamo la macchina del tempo per esserne certi, ma è plausibile che i Sumeri costruirono un assetto sociale e civile in cui anche i ceti umili non vivevano in condizioni particolarmente difficili. I Sumeri furono per lo più pacifici e devoti: il re Urukagina promulgò un codice ispirato a saggi principi. Alieni per lo più da sogni di conquista, i re (lugal) ed i governatori (ensi) della Sumeria, reggevano centri prosperi grazie alla diffusione dell'agricoltura. Con i popoli che successivamente si installarono nella Mesopotamia, la situazione cambiò: gli Assiri furono ferocissimi. Essi fondarono un impero basato sul terrore e sulla guerra. Da allora, pur con eccezioni e retromarce, la violenza e la nequizia si radicarono sempre più nell'umanità a tal punto che oggi l'ingiustizia e la brutalità sbranano la nostra epoca "civile".
Questa parabola discendente è la conseguenza di una dannazione primordiale che rispecchia una lacerazione cosmica, metafisica, quando le legioni di Ahriman rifiutarono la Luce. Il principe dell'iniquità da allora domina la terra: nel Quarto Vangelo è affermato che "il diavolo è l'Arconte di questo mondo". La religione persiana, di cui alcune concezioni filtrarono in varie correnti dualistiche come i Catari, atrocemente perseguitati dalla Chiesa di Roma, intuì che, da tempo immemorabile, si combatte un'epica lotta tra le legioni del Bene e le armate delle Tenebre.
L'umanità è presa tra due fuochi: gli uomini non possono sottrarsi all'agone. Chi decide di non schierarsi, in realtà si schiera. E' probabile che ab aeterno sia deciso il destino di ciascuno di noi e l'unica libertà risiede nella scelta decisiva, irrevocabile: Melkisedek o Belial. Molti sono i deboli, inclini ad accettare il Male per inettitudine, ignavia; altri sono malvagi per natura. Questi hanno ricevuto un marchio di infamia ed il loro futuro è quasi certamente segnato. La voragine infernale li inghiottirà. E' credibile che essi appartengano all'Uno o non è forse presumibile che saranno precipitati nell'abisso per poi essere annullati, una volta trascorso il tempo necessario?
Nei manoscritti di Qumran viene prospettata la battaglia tra i Figli della Luce ed i Figli delle Tenebre: sul piano terreno i rotoli prefigurano la guerra tra gli Ebrei ed dominatori Romani, ma è anche adombrata l'inconciliabilità tra la verità e la menzogna. Una prospettiva metafisica consente di comprendere per quale motivo la terra sia straziata da mali inenarrabili. Gli Arconti, i signori della notte che possiedono gli uomini del potere, si nutrono di sofferenza: dalla paura che prova l'animale condotto al macello al dolore causato da torture e carneficine che dilaniano gli innocenti ed i giusti. Per questo motivo è illusorio sperare che una cricca di "politici" asserviti a potenze demoniache promuova la pace, il benessere, la giustizia. Sulle bocche sconce e mendaci degli emissari degli Invisibili, la concordia è in verità dissidio, l'equità è giudizio fazioso: ipocriti e falsi, conoscono gli infingimenti e le astuzie per essere creduti, elogiati e persino adorati.
Poiché viviamo i tempi finali, dopo avere per millenni ingannato e vessato i popoli, ora rivolgono la loro furia assassina contro il pianeta che è un essere vivente. Essi provano infinita voluttà, quando infliggono sevizie alla Terra e la vedono agonizzare, tra i rantoli. Il sadismo, il cui cuore è la gradualità (il male non ha fretta) si traveste da governo "democratico", da istituzione sollecita del bene pubblico. Chi dà credito alle istituzioni, anche se in maniera inconsapevole, stringe una scellerata alleanza con i demoni che hanno edificato gli immondi stati. Dignitoso e doveroso è denunciare le storture e le imposture del sistema. Non importa se si grida nel deserto: "Nihil occultum quod non scietur."
Chi ritiene che la Rivoluzione statunitense e quella francese siano gli eventi con i quali le confraternite degli Oscurati cominciarono ad attuare i loro piani, dimentica che le radici della congiura sono molto più profonde. Purtuttavia è vero che i capisaldi della rivoluzione francese nascondono scopi nefandi, dietro le parvenze di nobili ideali. In particolar modo, in alcuni principi dell'Illuminismo si annida la blasfema fede nell'uomo dotato di "ragione" che, divenuto dio, soggioga e sfrutta il creato, decide della sorte altrui. L'esclusiva fiducia nell'umanità, nelle "magnifiche sorti e progressive", annienta gli orizzonti della trascendenza. Anche l'ideale dell'uguaglianza appare, per lo meno, astratto, poiché la società è retta dagli uomini ilici, prigionieri della materia e del divenire. A loro sarà pure offerta un'opportunità di riscatto, ma il loro fato pare essere la perdizione.
Nel disegno imperscrutabile della metastoria, la salvezza passa attraverso il mistero della rovina, quando viene riconosciuta.
http://zret.blogspot.com/2009/10/melchisedek-contro-belial.htmla visione esclusivamente storica del mondo è insufficiente: occorre uno sguardo metastorico. Bisogna superare un diffuso pregiudizio: non è vero che da culture primitive sono evolute civiltà via via più progredite. L'apogeo della civiltà (post-diluviana) è costituito dai Sumeri: non abbiamo la macchina del tempo per esserne certi, ma è plausibile che i Sumeri costruirono un assetto sociale e civile in cui anche i ceti umili non vivevano in condizioni particolarmente difficili. I Sumeri furono per lo più pacifici e devoti: il re Urukagina promulgò un codice ispirato a saggi principi. Alieni per lo più da sogni di conquista, i re (lugal) ed i governatori (ensi) della Sumeria, reggevano centri prosperi grazie alla diffusione dell'agricoltura. Con i popoli che successivamente si installarono nella Mesopotamia, la situazione cambiò: gli Assiri furono ferocissimi. Essi fondarono un impero basato sul terrore e sulla guerra. Da allora, pur con eccezioni e retromarce, la violenza e la nequizia si radicarono sempre più nell'umanità a tal punto che oggi l'ingiustizia e la brutalità sbranano la nostra epoca "civile".
Questa parabola discendente è la conseguenza di una dannazione primordiale che rispecchia una lacerazione cosmica, metafisica, quando le legioni di Ahriman rifiutarono la Luce. Il principe dell'iniquità da allora domina la terra: nel Quarto Vangelo è affermato che "il diavolo è l'Arconte di questo mondo". La religione persiana, di cui alcune concezioni filtrarono in varie correnti dualistiche come i Catari, atrocemente perseguitati dalla Chiesa di Roma, intuì che, da tempo immemorabile, si combatte un'epica lotta tra le legioni del Bene e le armate delle Tenebre.
L'umanità è presa tra due fuochi: gli uomini non possono sottrarsi all'agone. Chi decide di non schierarsi, in realtà si schiera. E' probabile che ab aeterno sia deciso il destino di ciascuno di noi e l'unica libertà risiede nella scelta decisiva, irrevocabile: Melkisedek o Belial. Molti sono i deboli, inclini ad accettare il Male per inettitudine, ignavia; altri sono malvagi per natura. Questi hanno ricevuto un marchio di infamia ed il loro futuro è quasi certamente segnato. La voragine infernale li inghiottirà. E' credibile che essi appartengano all'Uno o non è forse presumibile che saranno precipitati nell'abisso per poi essere annullati, una volta trascorso il tempo necessario?
Nei manoscritti di Qumran viene prospettata la battaglia tra i Figli della Luce ed i Figli delle Tenebre: sul piano terreno i rotoli prefigurano la guerra tra gli Ebrei ed dominatori Romani, ma è anche adombrata l'inconciliabilità tra la verità e la menzogna. Una prospettiva metafisica consente di comprendere per quale motivo la terra sia straziata da mali inenarrabili. Gli Arconti, i signori della notte che possiedono gli uomini del potere, si nutrono di sofferenza: dalla paura che prova l'animale condotto al macello al dolore causato da torture e carneficine che dilaniano gli innocenti ed i giusti. Per questo motivo è illusorio sperare che una cricca di "politici" asserviti a potenze demoniache promuova la pace, il benessere, la giustizia. Sulle bocche sconce e mendaci degli emissari degli Invisibili, la concordia è in verità dissidio, l'equità è giudizio fazioso: ipocriti e falsi, conoscono gli infingimenti e le astuzie per essere creduti, elogiati e persino adorati.
Poiché viviamo i tempi finali, dopo avere per millenni ingannato e vessato i popoli, ora rivolgono la loro furia assassina contro il pianeta che è un essere vivente. Essi provano infinita voluttà, quando infliggono sevizie alla Terra e la vedono agonizzare, tra i rantoli. Il sadismo, il cui cuore è la gradualità (il male non ha fretta) si traveste da governo "democratico", da istituzione sollecita del bene pubblico. Chi dà credito alle istituzioni, anche se in maniera inconsapevole, stringe una scellerata alleanza con i demoni che hanno edificato gli immondi stati. Dignitoso e doveroso è denunciare le storture e le imposture del sistema. Non importa se si grida nel deserto: "Nihil occultum quod non scietur."
Chi ritiene che la Rivoluzione statunitense e quella francese siano gli eventi con i quali le confraternite degli Oscurati cominciarono ad attuare i loro piani, dimentica che le radici della congiura sono molto più profonde. Purtuttavia è vero che i capisaldi della rivoluzione francese nascondono scopi nefandi, dietro le parvenze di nobili ideali. In particolar modo, in alcuni principi dell'Illuminismo si annida la blasfema fede nell'uomo dotato di "ragione" che, divenuto dio, soggioga e sfrutta il creato, decide della sorte altrui. L'esclusiva fiducia nell'umanità, nelle "magnifiche sorti e progressive", annienta gli orizzonti della trascendenza. Anche l'ideale dell'uguaglianza appare, per lo meno, astratto, poiché la società è retta dagli uomini ilici, prigionieri della materia e del divenire. A loro sarà pure offerta un'opportunità di riscatto, ma il loro fato pare essere la perdizione.
Nel disegno imperscrutabile della metastoria, la salvezza passa attraverso il mistero della rovina, quando viene riconosciuta.
http://zret.blogspot.com/2009/10/melchisedek-contro-belial.html

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