Gli elettori irlandesi, che rappresentano meno dell'1% della popolazione dei 27 paesi del blocco, dovranno nuovamente decidere il destino del trattato il prossimo 2 ottobre, dopo il rifiuto a sorpresa dello scorso anno, che ha portato a un ritardo nelle riforme che dovrebbero snellire il processo di decision-making dell'Ue e rafforzarne il ruolo politico a livello globale.
I recenti sondaggi di opinione, pubblicati ad inizio giugno, hanno mostrato un sostegno al trattato da parte del 54% degli intervistati, un dato non così significativo dal momento che anche lo scorso anno gli irlandesi sembravano favorevoli fino a poche settimane prima del referendum.
"Abbiamo visto una progressiva tendenza verso il no nelle ultime settimane, e sembra che i nostri scommettitori pensino che le cose possano andare come l'altra volta, con un distacco minimo", ha detto Sharon McHugh, portavoce di Paddy Power.
Il bookmaker irlandese, intanto, ha abbassato la quota del "no", portandola da cinque a uno a cinque a due. L'Irlanda è uno dei quattro paesi europei che ancora devono ratificare il Trattato di Lisbona, insieme alla Germania, che dovrebbe approvarlo prima delle elezioni del 27 settembre, e a Polonia e Repubblica Ceca, che hanno già fatto sapere di voler aspettare la decisione irlandese.
Il governo irlandese spera che le concessioni di Bruxelles, insieme alla paura di un possibile isolamento internazionale, al timore della recessione e ad un'imponente campagna per il "sì" possano spingere i cittadini a votare.
Fino ad ora, però, il sostegno al "sì" è venuto più dalla società civile e da gruppi economici che dal governo.
1 commento:
Stavolta, credo, con l'angoscia della crisi, voteranno si...una scelta di paura che soppianta il coraggio del no detto giusto un anno fa. Questo trattato, per i contenuti, fa davvero temere tante cose...
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